Non solo ci siamo abituati a convivere con la molteplicità dei modelli ma abbiamo imparato ad apprezzare l’uso dialettico delle diverse prospettive e accettato la relatività delle verità in esse contenute ridimensionando il nostro bisogno di verità assolute e di teorie reificanti.
Il brillante lavoro di analisi comparativa dei modelli psicoanalitici sviluppato da J. Greenberg e S. Mitchell (1983) è stato uno strumento indispensabile in questo percorso, ha evidenziato i limiti del modello pulsionale freudiano nello spiegare la complessità della mente umana e ha dimostrato come i successivi passi di aggiustamento teorico sono serviti ad integrare nel modello freudiano originario la dimensione più esperienziale e relazionale dello sviluppo mentale. Continue reading